I cani sono come dei figli, necessitano di riparo, cibo e attenzioni. Ma come si è giunti a questa concezione?

Mi spiego: oggi è normale avere un cane, ma è ancora più normale l’idea che sia normale avere un cane. Uomo e cane vivono assieme da sempre e nella nostra testa consideriamo questo rapporto talmente assodato da impedirci di ragionare lucidamente. “COMPRARE un cane” è una frase tra le più eloquenti e sotto un certo aspetto fa venire i brividi, perché evidenzia il gap incolmabile tra le due specie, ponendole quindi su livelli ben distinti.

Se l’uomo non si fosse affezionato al cane sin dall'età antica, il cane sarebbe rimasto selvatico, probabilmente quello che noi oggi chiamiamo lupo e molto probabilmente certe razze si sarebbero estinte. Il problema della routine, di avere tradizioni e consuetudini assodate da migliaia di anni, è che rende presbiti, quindi bisogna fare un passo indietro, allargare la visuale, e osservare attentamente, perché il problema lo abbiamo talmente sotto il naso da non riuscire a vederlo. Siamo arrivati al punto in cui è normale uscire di casa con i sacchetti per raccogliere la cacca che fa in giro il nostro cane.

Fino a qualche tempo fa, quando non c’erano le città come le conosciamo ora, la gente viveva nelle campagne, nei paesini o nei villaggi e il cane viveva libero, utilizzando la casa del padrone semplicemente come punto di riferimento. In quel contesto l’uomo, con l’addomesticazione, ha sviluppato molte figure come il cane da caccia, il cane da montagna o il cane da pastore, che servivano da ausilio alla vita e al lavoro dell’uomo. Con le rivoluzioni industriali e il conseguente flusso della popolazione dalle compagne alle città, ci si è dimenticati della vera ragione per cui uomo e cane si avvicinarono. La conseguenza è stata lo sbarco del cane nella realtà metropolitana. Ora le ragioni per avere un cane sono “la tenerezza di un cucciolo al negozio di animali”, “il bisogno di compagnia” e “perché fa figo”. Questo è egoismo. Siamo talmente egoisti da credere che coccolarlo, vestirlo e dargli da mangiare crocchette costose sia quello che vuole anche lui, poi con una leggerezza disarmante non ci facciamo problemi a fargli tagliare le palle, o a sterilizzarlo. C’è addirittura gente che per “porto a spasso il cane” intende metterlo nella borsetta e portarlo con se a fare shopping. Potremmo anche dargli del caviale, trattarlo come un figlio e dormirci assieme, ma resta insana la concezione, ormai assodata, che sia normale AVERE un cane. Sia ben chiaro, i cani sono sempre stati molto utili all’uomo. Cane da guardia, da caccia, da tartufo, da slitta, antidroga, guida, da soccorso ecc.. ma il cane “da appartamento” non deve esistere.

Desideriamo un cane con la stessa voglia con cui desideriamo un paio di scarpe nuove. Solo che le scarpe non sono esseri viventi. Siamo viziati ed egoisti, se vogliamo una cosa la prendiamo e se non la possiamo prendere teniamo il broncio.  Parliamo di sviluppo e di crescita ma il problema siamo noi. Facciamo evolvere le macchine ed aggiornare i software perché l’uomo è limitato, troppo attaccato alle tradizioni e incapace di abbandonarle. È possibile che in 6000 anni di relazione uomo-cane nessuno si sia mai girato verso la bestia e in un attimo di lucidità abbia detto: “ma tu che cazzo ci fai qui??”.